martedì 13 marzo 2012

Citazioni, parole e figure di m***a

‎"Nel rapporto con gli altri, chiediti sempre "se vale la pena". Se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi. Giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c'entra il bene che vuoi loro. È che tutto ha limite." (G. P. De Felice). Non so chi sia G.P. De Felice ma la frase, seppur banale, mi piace. 
Non bisogna mai barattare se stessi per gli altri "se non ne vale la pena" (che poi "pena" è già un termine brutto di per sè).


Altra cosa interessante letta oggi: "Ci vorrebbe più delicatezza nei confronti di quello che è importante per gli altri. Invece la gente di solito misura tutto sul proprio metro: quello che non fa male a me non fa male a nessuno. Quello che non è importante per me non è importante per nessuno. Ci vorrebbe più tenerezza, più cura, per ciò che non è nostro." (Millimetrica, "Utopie")


Al di là di queste belle frasi, io oggi volevo rallegrarvi (e rallegrarmi) raccontando una mega figura di merda andata in scena settimana scorsa di cui mi pregio di essere l'attrice protagonista. Per il business presso il quale lavoro, è un periodo molto impegnativo, forse il peggiore di tutto l'anno. Spesso mi capita di vedere i "piccoli" (= giovani) colleghi in difficoltà: per molti si tratta della prima occupazione e ogni tanto nei loro occhi leggo stanchezza e scoramento. Mercoledì scorso in ufficio c'erano tre ragazze del mio gruppo: mi hanno fatto tenerezza perché per ore non hanno staccato per un attimo gli occhi dal pc. Mi sembravano tanto abbacchiate e ho pensato di far loro un regalino. A me piace tanto Brad Pitt quindi ho cercato una foto su Google (per fortuna una foto sobria, senza nudità), l'ho copiata in una mail, ho scritto come oggetto "Per allietare il vostro pomeriggio", ho selezionato gli indirizzi dalla posta aziendale e taaacc, mail inviata. Ma qualche minuto dopo mi è sorto un dubbio. Sono quindi andata nella cartella delle mail "sent" e ho riaperto il messaggio e... mi si è gelato il sangue... uno degli indirizzi era sbagliato... stesso cognome MA nome diverso. "A chi ca**o l'ho mandata?" La mia mano e il mouse si sono subito scaraventati in una folle ricerca nella rubrica aziendale per capire chi era il tizio a cui l'avevo mandato l'Errore... più che altro mi interessava il suo livello: più alto il livello, più grande la figura di merda. Beh, posso io sbagliare in piccolo? No, ovviamente. Se devo sbagliare, io sbaglio in GRANDE. PARTNER. Sì, c'era scritto proprio PARTNER, un SOCIO della società. Quando si è aperta la finestrella con la job description, ho avuto un mancamento. "E ora che faccio?" In un batter d'occhio sono rientrata nelle vesti dell'impiegata rigida e professionale e gli ho scritto "Mi scusi per l'imperdonabile errore, sono mortificata." e ho inviato. Minuti di agonia. "Chissà chi c'è dall'altra parte..." Finalmente mi arriva un'e-mail. E' lui. Titubanza nel cliccare. Ebbene, credo di aver trovato il socio più simpatico della società. Mi ha risposto  "Capisco i suoi gusti, sebbene per ovvi motivi non possa condividerli. Non si mortifichi, mi ha consentito d'interrompere con un sorriso il pomeriggio lavorativo. Saluti." 
Sospiro di sollievo e gran sorriso. Il mio, questa volta.