lunedì 18 marzo 2013

Le stelle delle Muse

Le Muse sono nascoste dappertutto, basta un profumo, un suono, uno sguardo, una parola per permettere loro di arpeggiare con le corde dell'anima... il corpo, scosso nelle fondamenta, viene immediatamente invaso da un fascio di luce, la mente allontana la realtà e spazia in altre dimensioni mentre gli occhi si fanno lucidi, pronti a produrre piccole stelle liquide di dolcezza. 


Pedro Salinas scrive:

"Terse, rotonde, tiepide.
Lentamente
vanno al loro destino;
lentamente, per indugiare
più a lungo sulla tua carne.
Vanno verso il nulla; non sono
che questo, il loro scorrere.
E una traccia, verticale,
che si cancella subito. 
Astri? 
(...)
Sono stelle, o segni,
sono condanne o aurore?
Ne' guardando ne' coi baci
ho imparato che cos'erano.
Ciò che vogliono resta
là indietro, tutto ignoto.
E così pure il loro nome.
(Se le chiamassi lacrime 
nessuno mi capirebbe)."

venerdì 8 marzo 2013

La Que Sabè


La que sabè cassandramente vide squarci invisibili dietro la coltre del futuro visibile e come Cassandra fu zittita e non creduta. 

Ora gli squarci sono vivi e tangibili ma ancora gli sguardi sono ciechi, si brancola nel buio dopo la vendita della cara luce a poco prezzo.

Resta solo una flebile fiammella e l'incedere è difficile (ma inarrestabile).

martedì 5 marzo 2013

Leggero librarsi

I cieli sono uguali
Azzurri, grigi, neri,
si ripetono sopra 
l'arancio o la pietra:
guardarli ci avvicina.
Annullano le stelle,
tanto sono lontane
le distanze del mondo.
Se noi vogliamo unirci,
non guardare mai avanti:
tutto pieno di abissi,
di date e di leghe.
Abbandonati e galleggia
sopra il mare o sull'erba,
immobile, il viso al cielo.
Ti sentirai calare 
lenta, verso l'alto,
nella vita dell'aria.
E ci incontreremo
oltre le differenze
invincibili, sabbie,
rocce, anni, ormai soli,
nuotatori celesti,
naufraghi dei cieli.


(Pedro Salinas)

lunedì 4 marzo 2013

Continua a danzare


"Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le persone che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via con il resto. Così ti sei consumato a poco a poco. Perchè? Perchè l'hai fatto?"
"Non lo so"
"Forse era più forte di te. O forse eri spinto da... una specie di destino, non mi viene la parola..."
"Tendenza?" provai a suggerire. 


"Ma cosa devo fare allora?"
"Danzare" rispose "continuare a danzare, finchè ci sarà musica. Capisci quello che ti sto dicendo? devi danzare. Danzare senza mai fermarti. Non devi chiederti perchè. Non devi pensare a cosa significa. Il significato non importa, non c'entra. Se ti metti a pensare a queste cose, i tuoi piedi si bloccheranno. E una volta che saranno bloccati, io non potrò più fare niente per te. Tutti i tuoi collegamenti si interromperanno. Finiranno per sempre. E tu potrai vivere solo in questo mondo. Ne sarai progressivamente risucchiato. Perciò i tuoi piedi non dovranno mai fermarsi. Anche se quello che fai può sembrarti stupido, non pensarci. Un passo dopo l'altro, continua a danzare. E tutto ciò che era irrigidito e bloccato piano piano comincerà a sciogliersi. Per certe cose non è ancora troppo tardi. I mezzi che hai, usali tutti. Fai del tuo meglio. Non devi avere paura di nulla. Adesso sei stanco. Stanco e spaventato. Capita a tutti. Ti sembra sbagliato. Per questo i tuoi piedi si bloccano". 
Alzai gli occhi e guardai la sua ombra sul muro.
"Danzare è la tua unica possibilità" continuò "devi danzare, e danzare bene. tanto bene da lasciare tutti a bocca aperta. Se lo fai, forse anch'io potrò darti una mano. Finchè c'è musica, devi danzare!" 


da Dance Dance Dance di Haruki Murakami