mercoledì 11 aprile 2012

Le lacrime del cielo e la pace

Mi è sempre piaciuto contemplare il cielo, ad ogni età, in ogni stagione, con qualsiasi condizione climatica. Quando ero piccina mi piaceva guardarlo dal balcone della casa dei nonni in montagna, seduta sull'onnipresente sdraietta blu. Come Heidi, mi divertivo a trovare delle figure nelle forme nelle nuvole. Non so, in montagna il cielo è più limpido, più blu, le nuvole sono più compatte, dense, si muovono veloci e cambiano forma di continuo. Ed è divertente vedere ora un cuore, ora un fiore, ora un animale. Visi, auto, case. Le nuvole, nella mia testa si trasformavano in ogni cosa. Da adolescente mi piaceve guardare il cielo di notte: tante notti di San Lorenzo trascorse a contare le stelle cadenti, sperando che qualche desiderio venisse esaudito. Anche ora, da adulta, mi piace guardare il cielo, in tutti i suoi colori, quando c'è il sole, quando piove e quando nevica. Uno degli sport preferiti degli utenti di Facebook è accanirsi contro le condizioni atmosferiche e non nego di essere caduta anch'io in questo tranello. Ma questa volta no, non ci casco, non parlerò male della pioggia. E' curioso vedere quante canzoni siano state dedicate alle pioggia, molte più che al sole o alla neve. La pioggia probabilmente è una musa ispiratrice, il mood da pioggia è malinconico e induce alla riflessione. Le gocce assomigliano alle lacrime. Personalmente la pioggia non mi dispiace (al di là dei disagi a livello pratico) e mi piace contemplarla. La frase che meglio esprime ciò che sento quando osservo le lacrime del cielo dalla finestra è "Cade la pioggia e tutto tace / lo vedi sento anch’io la pace" (Negramaro).
La pace, piacevole sensazione di quiete.